Il terzo trimestre del 2023 si chiude in un ambiente ancora contrassegnato da forti tensioni geopolitiche, con il “solito” conflitto in Ucraina e politiche di cartello aggressive messe in atto da parte di alcuni produttori di petrolio, Arabia Saudita su tutti, che stanno limitando l’offerta tagliando la produzione. Le principali conseguenze economiche di queste dinamiche sono gli aumenti significativi dei prezzi dell’energia, che alimentano le aspettative di inflazione, portando a politiche monetarie restrittive e anticipazioni di aumenti dei tassi di interesse.

A livello di mercati finanziari la correzione iniziata in agosto è proseguita anche durante il mese di settembre con una accelerazione della discesa dopo la riunione della Fed del 20 settembre, dove si è deciso di mantenere i tassi invariati, ma è stata lasciata aperta la possibilità di un ulteriore rialzo entro la fine dell’anno. Quello che ha influenzato maggiormente i mercati è stata la prospettiva di uno scenario di tassi d’interesse ai livelli attuali per un periodo di tempo prolungato, mentre i mercati scontavano già una fase di riduzione dalla metà del prossimo anno. Altra situazione che ha generato volatilità sui mercati è stato il rischio di shoutdown delle attività federali negli Stati Uniti evitato, almeno momentaneamente, grazie ad un provvedimento firmato in extremis che formalmente lo rinvia di 45 giorni, concedendo una nuova finestra di tempo per le trattative.

Gli Stati Uniti si aggiudicano la maglia nera dei peggiori con indice S&P 500 in ribasso del -5% e Nasdaq -5.79%. A pesare su andamento dell’indice tecnologico è stato l’andamento negativo dei principali titoli tech con Apple al ribasso del -8.80% seguito da Amazon (-7,67%), Google (-3,9%) e Microsoft (-3,66%). Positivi invece il settore petrolifero e quello della salute. Limitato il danno invece in Europa con indice Euro Stoxx 50 che ha chiuso mese a -2.50%. Simile andamento dell’indice tedesco DAX -2.80%, leggermente meglio Italia con FTSE MIB a -1.40%. Andamento debole pure su mercato svizzero con indice SMI che perde il -1% sul mese. Per quanto riguarda la parte asiatica, l’attività cinese si è nuovamente indebolita nel mese di settembre. La piccola ripresa economia sembra essersi arrestata e di conseguenza pure l’andamento dei mercati ne ha risentito con un indice cinese CSI 300 a -2.70% e indice di Hong Kong Hang Seng a -3.10%. Andamento simile per Nikkei che chiude mese di settembre a -2.60%.

A nostro avviso lo scenario di medio termine rimane sfavorevole all’andamento dei mercati azionari, con la possibilità che la fase di correzione non sia giunta ancora al termine. Vi sono ancora molti elementi che giocano a sfavore per puntare su un esposizione sui mercati finanziari. Considerato l’ampio e veloce aumento dei tassi registrato negl’ultimi mesi, le valutazioni dell’obbligazionario risultano molto interessanti e rendono questa asset class un valido alleato per navigare in questi mesi di alta volatilità.