Il mese di settembre è risultato essere un mese negativo per i principali mercati finanziari globali. Tassi più elevati e i timori legati al costante aumento del prezzo delle materie prime, in particolare i costi per l’approvvigionamento energetico, hanno riportato incertezza sui mercati azionari.

In America, l’indice S&P500 dopo aver fatto segnare un nuovo massimo ad inizio mese ha subito una flessione del 4.80%. Stesso andamento per il Nasdaq che cede il 5.60%, facendo registrare la perdita mensile più ampia da marzo 2020.

Stessa storia in Europa, con indice Euro Stoxx 50 in flessione del 4.20%. Leggermente meglio indice italiano FTSE MIB -1.90%. Male anche indice tedesco DAX -3.50%. Da segnalare che a partire da 20 settembre il numero di aziende che compongono l’indice delle blue chip tedesche è passato da 30 a 40 titoli. L’ingresso di queste nuove 10 aziende, principalmente del settore medicale, renderanno il nuovo DAX più “growth” e meno “value” rispetto al passato. L’obiettivo è quello di rappresentare al meglio l’economia tedesca.

Negativo pure l’indice svizzero SMI -6.40%, sceso al minimo degl’ultimi 3 mesi toccando quota 11’485 punti. Sotto pressione in particolare i titoli finanziari e i titoli ciclici.

Contrastante la performance dei mercati asiatici, con indice Hang Seng in ribasso del 5.50% mentre la borsa di Tokyo ha guadagnato il 3.50%.

Diversi i fattori che hanno contribuito alla debolezza dei mercati azionari:

  • Aumento dell’inflazione, legato principalmente al costante aumento del prezzo delle materie prime, con un forte aumento dei costi per i beni energetici.
  • La banca centrale americana così come la BCE, durante le loro ultime riunioni, hanno lasciato intendere che inizieranno presto ad attuare una politica monetaria più restrittiva rispetto a quanto fatto fino ad ora per far fronte alla crisi pandemica. In America ci si aspetta una riduzione dell’acquisto dei titoli obbligazionari a partire da fine 2021 e un aumento dei tassi entro la fine 2022.
  • In Cina la crisi di Evergrande, che sarebbe prossima al fallimento, continua a pesare sul settore immobiliare dopo le nuove regole del governo cinese in materia di accesso al credito bancario da parte delle società immobiliari. Inoltre, da ultimi dati rilasciati, l’economia interna inizia a mostrare segni di rallentamento dopo la forte crescita registrata nel primo trimestre di quest’anno.
  • I dati economici in generale confermato un rallentamento della congiuntura globale. La massiccia riduzione degli investimenti nel 2020 comincia a farsi sentire specialmente per quanto riguarda l’offerta di determinati prodotti (semiconduttori, chips, materie prime, ecc.) e in varie industrie vengono citati problemi di approvvigionamento.

A fronte di quanto sopra elencato, la volatilità potrebbe rimanere alta per le prossime settimane. Non sono da escludere ulteriori correzioni dei mercati finanziari come pure un consolidamento del movimento laterale.