Nel mese di ottobre i mercati azionari hanno recuperato le perdite di settembre e ripreso con il trend rialzista, senza curarsi della spinta inflazionistica. Negli Stati Uniti, i tassi di interesse nominali hanno quasi eguagliato i livelli massimi segnati lo scorso marzo, mentre in Europa ha accelerato più del previsto e si attesta al livello più alto dal 2008.
L’inflazione americana fatica ancora a stabilizzarsi, essendo salita dal 5,3% di agosto al 5,4% di settembre, il livello più alto degli ultimi tredici anni. E’ il quinto mese consecutivo in cui supera il 5% e i rincari dell’energia potrebbero mantenerla su livelli elevati, smentendo la Federal Reserve che la considera transitoria. In area Euro il dato preliminare sull’inflazione di ottobre è stato del 4,1%, il massimo da tredici anni e in aumento rispetto al 3.4% di settembre. I rincari dell’energia e le difficoltà nelle forniture hanno alzato i costi di produzione, che le aziende hanno poi trasferito sui prezzi al consumo.
Nonostante questo contesto i principali indici azionari hanno fatto registrare delle ottime performance, ad esempio l’indice globale MSCI World ha segnato un rialzo di ca. +5%. Stesso andamento negli Stati Uniti, dove indice S&P 500 ha registrato un rialzo del +5.70% e Nasdaq +6.40%. Ad spingere al rialzo sono state soprattutto i risultati trimestrali delle società quotate, che nella maggior parte dei casi sono stati migliori rispetto alle stime dei vari analisti. Molto bene anche l’Europa con indice Euro Stoxx +5.33%, sulla stessa scia pure i vari indici periferici. Bene anche indice svizzero SMI +4.60%. Appesantiti quanto sta succedendo in Cina i principali indici asiatici hanno performato in maniera modesta con indice giapponese Nikkei +0.42% e indice Cinese CSI 300 +0.87%. Meglio Hong Kong con un rendimento positivo del +3.26%.
Anche se vediamo ancora una buona crescita economica grazie ai solidi bilanci dei consumatori, i fattori attuali, tra cui i tassi di interesse in aumento, le interruzioni della catena di approvvigionamento, i prezzi elevati dell’energia e l’aumento dei casi di contagio da COVID 19, potrebbero generare volatilità sui mercati.