Donald Trump è nuovamente Presidente degli Stati Uniti dopo la sconfitta del 2020, nonostante le difficoltà legate alla sua eredità politica e alle controversie legali. La sua campagna elettorale ha saputo capitalizzare sul malcontento nei confronti dell’amministrazione Biden, puntando soprattutto su temi economici. La sua vittoria non solo ha consolidato il suo controllo sul Partito Repubblicano, ma ha anche segnato un riallineamento della politica statunitense. L’elezione di Trump ha immediatamente innescato un rialzo medio delle quotazioni azionarie negli Stati Uniti, mentre i principali mercati internazionali hanno mostrato una contrazione. In particolare, i listini europei hanno registrato una performance negativa. Tra le principali beneficiarie di questa dinamica ci sono state le società mid e small cap americane, sostenute dalle aspettative di un alleggerimento fiscale promesso dal nuovo presidente. Parallelamente, il dollaro si è rafforzato. Tuttavia, questi movimenti di mercato sembrano riflettere una reazione emotiva e, di conseguenza, potrebbero essere temporanei. La sostenibilità di questi trend dipenderà dalle misure economiche che l’amministrazione riuscirà effettivamente a implementare.

Al momento, il consenso degli analisti prevede per gli Stati Uniti un’inflazione più elevata, una politica monetaria meno accomodante, un aumento del deficit pubblico e rendimenti obbligazionari in crescita. Tuttavia, l’impatto concreto delle politiche annunciate resta difficile da stimare con precisione.

L’andamento dei mercati finanziari

Nel mese di novembre, Wall Street ha proseguito il suo rally dopo la vittoria di Trump. L’indice S&P 500 ha registrato un incremento del +5,30%, trainato principalmente dal settore bancario, mentre il Nasdaq ha guadagnato il +5,40%, sostenuto da titoli come NVIDIA e Tesla. Al contrario, i mercati europei hanno chiuso in calo: l’Euro Stoxx 50 ha perso il -1,50%, il FTSE MIB il -2,80%, mentre il DAX ha segnato un rialzo del +1,90%. Anche il mercato svizzero ha mostrato una tendenza negativa, con l’indice SMI in ribasso dell’1,70%.

Sul fronte obbligazionario, si osserva una progressiva normalizzazione dei tassi a livello globale. Il calo dei tassi di riferimento delle banche centrali sta riducendo l’inversione della curva. Per dicembre è previsto un ulteriore allentamento della politica monetaria di 25 punti base in Svizzera, Europa e Stati Uniti.

Prospettive future

Le prospettive per i prossimi mesi rimangono tendenzialmente positive, sostenute dall’atteggiamento pro-business di Trump e dalla continua attenzione delle banche centrali verso l’andamento congiunturale. Tuttavia, l’incertezza legata all’attuazione delle nuove politiche economiche resta un fattore chiave da monitorare.