Il mese di marzo è stato caratterizzato da parecchia volatilità e preoccupazione legata ad una possibile crisi finanziaria. La rapidissima inversione dei tassi ha iniziato a mietere le prime vittime. A metà marzo le banche americane Silicon Valley (SVB) e Signature Bank hanno dovuto dichiarare fallimento e sono state prese sotto vigilanza dalle autorità. Il loro problema è stato quello di non aver coperto a sufficienza i rischi di modifica degli interessi. A causa del forte incremento dei tassi, i loro investimenti obbligazionari hanno subito una perdita di valore significativa. Per tamponare la falla, la SVB ha deciso di intervenire con un aumento di capitale, manovra che ha spaventato gli investitori provocando massicci deflussi di fondi. Il fallimento della banca è diventato inevitabile alimentando i timori di una tempesta bancaria anche negli istituti europei. Tempesta che si è abbattuta anche sul mondo bancario svizzero e che, a causa di massicci deflussi di fondi della clientela dovuta essenzialmente ad una mancanza di fiducia, ha aggravato la situazione del grande istituto Credit Suisse. A nulla sono serviti gli interventi del regolatore svizzero (FINMA) a confermare la stabilità dei coefficienti di bilancio come pure l’iniezione di liquidità da parte della Banca nazionale svizzera. Date le circostanze e i tempi stretti, l’acquisizione da parte della concorrente UBS è parsa in definitiva l’unica soluzione. E’ stato così evitato un pericoloso allargamento della crisi, ma con di pesanti conseguenze perché l’operazione mostra evidenti anomalie. Le assemblee dei soci non hanno potuto esprimersi. Inoltre, mentre gli azionisti di Credit Suisse hanno recuperato una minima parte del proprio investimento, gli obbligazionisti con il maggior livello di subordinazione non hanno recuperato nulla, nonostante avessero la precedenza sugli azionisti. Ciò ha scatenato una tempesta sul mercato del credito, che si è placata solo dopo che i supervisori bancari europei hanno assicurato che nulla del genere sarà mai ammesso altrove. Inoltre, verso la fine del mese UBS ha comunicato che da 5 aprile Sergio Ermotti tornerà in qualità di CEO e, grazie alla sua esperienza in ristrutturazioni, dirigerà l’integrazione di Crediti Suisse.

Le banche centrali non si sono fatte influenzare dai disordini nel settore bancario e, come da previsione, hanno aumentato nuovamente i tassi di riferimento. Gli ultimi dati relativi all’inflazioni sono risultati ancora ben al di sopra degli obbiettivi prefissati e di conseguenza non consentono ancora di abbandonare la politica monetaria restrittiva.

Nonostante le notizie negative sul settore bancario i mercati azionari americani hanno recuperato delle perdite del mese precedente, S&P 500 ha fatto registrare un incremento del +4% e Nasdaq del +7.40%. Positiva anche Europa con indice Euro Stoxx 50 +1.65%. Ne risente maggiormente indice italiano FTSE MIB -2.96% a causa della sua sovraesposizione in titoli bancari. Leggermente positiva la borsa svizzera SMI con +0.45%. Bene l’oro ha beneficiato di tutta questa incertezza, dimostrando ancora una volta di offrire una buona protezione contro le crisi.

Nela fase attuale prevediamo che i mercati azionari resteranno volatili, manteniamo pertanto prudenza nei confronti dell’azionario.