Nel secondo trimestre del 2024, i mercati azionari dei paesi sviluppati hanno mostrato rendimenti più contenuti rispetto al primo trimestre, nonostante molti indici abbiano raggiunto nuovi massimi storici. Il rallentamento osservato in aprile non è stato inaspettato, considerando il robusto andamento dei sei mesi precedenti, durante i quali l’indice MSCI World Equity è cresciuto di oltre il 20%.
Il successivo rimbalzo suggerisce che vi è ancora un sostegno sottostante per le azioni, sebbene notiamo una concentrazione del rally sui titoli legati all’intelligenza artificiale. Senza questi, la performance complessiva sarebbe stata meno positiva. I mercati sono stati influenzati da dati economici migliori, che supportano gli utili aziendali e da dati sull’inflazione più elevati, che suggeriscono una politica monetaria più restrittiva.
È importante evidenziare che, per la prima volta da anni, si osserva una divergenza nelle politiche delle principali banche centrali mondiali. Nella riunione di giugno, la Banca Centrale Europea (BCE) ha ridotto i tassi di interesse di riferimento di 25 punti base, unendosi alla Banca Nazionale Svizzera e alla Riksbank svedese nell’allentamento della politica monetaria. Questo cambio di rotta è dovuto alla crescente fiducia della BCE nella diminuzione dell’inflazione.
Al contrario, negli Stati Uniti, le aspettative sui mercati riguardo alla Federal Reserve sono diventate più ottimistiche. Si prevede che i tassi rimarranno elevati più a lungo del previsto. All’inizio dell’anno, i mercati dei futures sui tassi di interesse prevedevano sette tagli da parte della Federal Reserve nel 2024, il primo dei quali a marzo. Ora, queste previsioni si sono ridotte a un massimo di due tagli, con il primo previsto a settembre.
Per quanto riguarda le materie prime, l’oro ha beneficiato del suo status di bene rifugio a seguito dell’escalation delle tensioni in Medio Oriente. Il rialzo del prezzo dell’oro è avvenuto nonostante l’aumento dei tassi di interesse reali statunitensi, grazie anche agli acquisti da parte delle banche centrali, in particolare della Cina.
Il contesto del reddito fisso rimane complesso, con i mercati obbligazionari che affrontano aspettative sui tassi, preoccupazioni politiche e un marginale rallentamento dei dati economici. Gli spread rimangono stretti, nonostante un lieve allargamento nei mercati emergenti. Sebbene sia difficile trovare fattori positivi in questa classe di asset, è importante notare che le banche centrali hanno moderato il loro atteggiamento aggressivo, il che potrebbe portare a una possibile inversione di tendenza.
I mesi estivi sono tipicamente caratterizzati da un’attività di trading più tranquilla. Tuttavia, rimaniamo vigili a eventuali oscillazioni del mercato, specialmente alla luce delle incertezze legate alle prossime elezioni. Prevediamo un aumento della volatilità verso la fine del terzo trimestre, con l’intensificarsi della campagna elettorale per la Casa Bianca negli Stati Uniti. Recenti elezioni in altre regioni hanno già generato picchi di volatilità nel breve termine. Chiunque vinca le elezioni nel Regno Unito, in Francia o negli Stati Uniti, dovrà affrontare ampi deficit fiscali, un tema che continuerà a influenzare i mercati obbligazionari e valutari.