Gli elementi di preoccupazione che hanno gravato sui mercati nel corso del primo semestre sono risultati ben evidenti a giugno. Il tentativo di stabilizzazione dell’andamento dei mercati riscontrato nel mese di maggio non ha avuto seguito ed è stato accompagnato da una nuova fase ribassista che ha portato gli indici americani a toccare nuovi minimi. Sul fronte europeo si sono registrate perdite attorno al 10% che rimangono però ancora sopra i minimi registrati a marzo. Questa correzione è da imputare principalmente alle politiche monetarie più restrittive messe in campo dalle principali Banche Centrali per combattere il continuo aumento dell’inflazione.

Il lento ritorno alla normalità dopo il riemergere in Cina della pandemia, la lunga guerra in Ucraina con l’effetto delle numerose sanzioni inflitte alla Russia e la crisi energetica hanno accentuato la natura non transitoria dell’inflazione. Il ritardo nella presa di coscienza da parte delle principali Banche Centrali, corse ai ripari troppo tardi e troppo in fretta, hanno provocato l’effetto di causare un raffreddamento economico. La FED durante la sua riunione di giugno ha annunciato un aumento dei tassi di 75 punti base, dando un ulteriore accelerazione alla stretta monetaria. La BCE, nella sua seduta straordinaria convocata a seguito del forte movimento di mercato avuto dopo la riunione ufficiale delle settimana prima, ha dato mandato di progettare un nuovo strumento anti-frammentazione da sottoporre al consiglio direttivo al fine di garantire la trasmissione uniforme della politica monetaria e evitare un eccessivo allargamento dei differenziali sui tassi tra titoli di Stato dell’area euro.

Da inizio 2022, i principali mercati internazionali hanno registrato perdite significative. MSCI World, l’indice delle azioni globali, ha perso il 7,80% nel mese di giugno ed è in flessione del 20% da inizio anno. Si tratta del calo più significativo nel primo trimestre dal 1990 anno in cui è stato istituito. In America troviamo l’indice S&P 500 in flessione del 7.70% sul mese, mentre da inizio anno registra un calo del 20.5%. Peggio indice tecnologico Nasdaq -8.05% nel mese di giugno e -28.5% da inizio anno. Andamento negativo anche in Europa con indice Euro Stoxx in calo del 8.10% (-19.60% da inizio anno) con indice tedesco DAX -10.80% e indice italiano FTSE MIB -12.30%. Da inizio anno i 2 indici performano il -19.50% rispettivamente -22.10%. Si registra una situazione simile in Svizzera dove l’indice SMI segna un ribasso del 6.55% sul mese e il 16.58% da inizio anno. Non esente da ribassi pure il mercato obbligazionario con indice di riferimento globale delle obbligazioni Bloomberg Global Aggregate Bond che segna il -13% da inizio anno.

L’ampia correzione del semestre appena trascorso ha portato a valutazioni meno eccessive sarà ora l’attesa dei risultati trimestrali, rilasciate durante il mese di luglio, a quantificare l’impatto dei dati macro economici più deboli sugli utili aziendali.