Il primo mese del 2025 ha confermato l’importanza della politica e delle dinamiche macroeconomiche globali nell’influenzare i mercati finanziari. L’insediamento di Donald Trump alla Casa Bianca, il ritorno della guerra dei dazi e le incertezze sulle politiche monetarie hanno contribuito a un inizio d’anno caratterizzato da forti oscillazioni sui mercati.

Il ritorno di Trump e le reazioni del mercato

L’elezione di Donald Trump come 47° presidente degli Stati Uniti ha immediatamente generato reazioni sui mercati globali. Le dichiarazioni dell’amministrazione riguardo l’introduzione di nuovi dazi su Cina, Canada e Messico hanno sollevato preoccupazioni sull’inflazione e sulle possibili ripercussioni sulla crescita economica. Il programma “Make America Great Again” si concentra su protezionismo e restrizioni all’immigrazione, fattori che potrebbero incrementare il costo del lavoro e i prezzi dei beni importati.

Queste incertezze hanno alimentato la volatilità sui mercati azionari. L’S&P 500 ha inizialmente beneficiato di aspettative positive sugli utili societari, con il settore tecnologico e sanitario in crescita, ma la traiettoria incerta della politica monetaria della Federal Reserve ha portato a fasi di correzione. In Europa, l’Euro Stoxx 50 ha mostrato resilienza grazie a un’inflazione più stabile, ma la crescita economica rimane fragile.

Banche Centrali: tra inflazione e tagli ai tassi

Le principali banche centrali hanno iniziato il 2025 con decisioni in linea con le attese. La Federal Reserve ha mantenuto i tassi invariati tra il 4,25% e il 4,50%, mentre la Banca Centrale Europea ha optato per un taglio di 25 punti base per sostenere la crescita dell’Eurozona. Tuttavia, negli Stati Uniti, la riduzione dell’inflazione ha subito una battuta d’arresto, mentre il mercato del lavoro resta solido, creando ulteriori dubbi sulla direzione della politica monetaria futura.

Nel mercato obbligazionario, i rendimenti dei Treasury statunitensi hanno oscillato in base alle aspettative sulla Fed. In Europa, i Bund tedeschi sono rimasti relativamente stabili, mentre l’euro ha mostrato debolezza rispetto al dollaro a causa delle incertezze economiche nell’Eurozona.

Il rilancio dell’intelligenza artificiale e l’impatto sui mercati

Uno degli eventi più rilevanti di gennaio è stata la sfida lanciata dalla startup cinese DeepSeek AI, che ha presentato un modello avanzato capace di competere con i giganti tecnologici americani. L’annuncio ha scosso il mercato, portando a un crollo del 17% delle azioni Nvidia in un solo giorno, e generando dubbi sulle elevate spese delle big tech nel settore AI. Parallelamente, il progetto “Stargate” di SoftBank, OpenAI e Oracle, con un investimento previsto di 100 miliardi di dollari, mira a rafforzare il predominio americano nell’intelligenza artificiale.

Prospettive per i prossimi mesi

Guardando al futuro, diversi fattori potrebbero determinare l’andamento dei mercati nei prossimi mesi:

  • Politica commerciale USA: l’escalation nella guerra dei dazi potrebbe impattare le supply chain globali e alimentare nuove tensioni inflazionistiche.
  • Politiche monetarie: la divergenza tra Fed e BCE continuerà a influenzare i mercati obbligazionari e valutari.
  • Evoluzione del settore tecnologico: la competizione tra AI cinesi e americane potrebbe ridefinire gli equilibri nel comparto tech.
  • Scenario politico europeo: le elezioni anticipate in Germania e l’instabilità in Francia aggiungono ulteriori incertezze.

Il 2025 si apre quindi con un contesto complesso, in cui gli investitori dovranno navigare tra volatilità e nuove opportunità, mantenendo alta l’attenzione sulle dinamiche geopolitiche ed economiche globali.