Il mese di dicembre ha visto un generale rialzo dei mercati azionari, nonostante le notizie ancora negative sul fronte sanitario e i segnali dell’approssimarsi della fine delle politiche monetarie accomodanti.
La ripresa post-coronavirus continua, nonostante il calo della dinamica. Pertanto, nella riunione di dicembre, la Banca centrale statunitense (FED) ha deciso, come previsto, di ridurre più velocemente gli acquisti di obbligazioni, non più di USD 15 ma di USD 30 miliardi al mese. Inoltre, per il prossimo anno, i si prospettano fino a tre aumenti dei tassi. Per il 2023 si punta ora a un livello dei tassi dell’1.6%. I mercati obbligazionari non si sono fatti impressionare dalle novità, visto che moltissimo era già scontato in anticipo. Anche in Europa si sta lentamente delineando una politica monetaria più restrittiva. La Bank of England (BoE) ha aumentato il tasso di riferimento dallo 0.1 allo 0.25%. La Banca centrale europea (BCE) continua a mantenere la sua previsione sui tassi (non si dovrebbe procedere a un aumento prima del 2023) ma a fine marzo 2022 terminerà il programma per l’emergenza pandemica “PEPP”. Non vi sono invece state modifiche presso la Banca nazionale svizzera (BNS) che, nella lotta contro la forza del franco, continuerà a puntare su interventi nel mercato delle divise.

I mercati hanno rallegrato la fine dell’anno e dicembre si è concluso con una solida performance azionaria, poiché le preoccupazioni per la variante Covid omicron sono diminuite. L’indice mondiale MSCI World ha segnato un rialzo del 4.5%. Negli Stati Uniti, indice S&P500 ha chiuso il mese a +4.30%, più attardato ma sempre in territorio positivo +0.70% Nasdaq. In Europa, buon mese per l’indice Euro Stoxx 50 con una performance di +5.70% ma che rimane tuttavia sotto il massimo fatto registrare verso la metà di Novembre. Bene anche la Svizzera con indice SMI in rialzo di 5%. Altalenanti i mercati asiatici con Hong Kong che ha chiuso il mese a -1.1%, Cina a +2% e Nikkei +3%.

Per quanto riguarda la visione macro, il 2021 è stato un altro anno segnato dalla pandemia e da una transizione alla normalità, anche se il virus è ancora molto presente e si applicano nuove abitudini e regole di vita. Nel 2021 abbiamo visto l’ampia disponibilità di vaccini, lo stimolo fiscale, la riapertura dell’economia e la forte crescita degli utili, con i timori di nuove varianti di COVID-19 e l’inflazione elevata. Le azioni e le materie prime si sono riprese, mentre le obbligazioni sono state vendute con i tassi d’interesse reali ancora ai livelli più bassi. Mentre le vaccinazioni aumentavano ritmo, l’economia ri-guadagnava una piena velocità e la crescita dei guadagni ha portato significativi rialzi nei mercati azionari. I temi principali del 2021, al di là del covid, sono stati l’alta inflazione e le interruzioni della catena di approvvigionamento che hanno prodotto volatilità di mercato durante l’anno. Il mercato delle obbligazioni ha sottoperformato a causa degli alti tassi d’inflazione e dell’atteggiamento di falco delle banche centrali mentre ci avvicinavamo alla fine dell’anno.

Nell’ottica dei mercati azionari la più rapida normalizzazione della politica monetaria internazionale fa sì che, nel 2022, l’attenzione degli investitori dovrebbe spostarsi da valori di crescita sensibili ai tassi d’interesse ad azioni di qualità.