Dopo un forte inizio d’anno, i mercati azionari globali hanno registrato alcune prese di profitto in aprile. L’indice MSCI World è sceso del 3.7% nel mese, attestandosi a +4.5% da inizio anno. Negli Stati Uniti l’indice S&P 500 ha fatto registrare un andamento negativo del 4% così come indice tecnologico Nasdaq -4.50%. Andamento negativo anche per le borse europee con Euro Stoxx che chiude il mese a -2.40%. Stesso andamento per la borsa svizzera con SMI a -2.90%. Fanno eccezione il mercato cinese, dove il CSI 300 è salito dell’1,9% e quello di Hong Kong dove l’Hang Seng ha registrato un aumento sorprendente del 5%. L’economia cinese ha finalmente mostrato uno slancio positivo dopo un lungo periodo di crescita relativamente debole. Nel primo trimestre del 2024, il PIL è cresciuto più delle aspettative degli analisti e diversi indicatori segnalano una continua ripresa per il resto dell’anno, fattore che ha contribuito a sostenere i prezzi dei metalli industriali.

Sul mercato obbligazionario, i prezzi dell’indice rappresentativo Bloomberg Global Aggregate sono scesi dell’1.8%.  Per contro vi è stato un aumento del prezzo dell’oro, che è cresciuto del 2.5% in aprile. Le ragioni di questo aumento sono state oggetto di numerose speculazioni. I continui acquisti da parte di banche centrali e di istituzioni statali dei paesi che non considerano più i Treasury statunitensi come l’investimento più sicuro in assoluto, sono probabilmente un motivo importante del rialzo del prezzo. È improbabile che questa situazione cambi per il momento, visto l’aumento del debito sovrano globale e la non risoluzione dei vari conflitti in corso.

L’inflazione continua a dimostrarsi ostinata negli Stati Uniti, dove recentemente è aumentata al 3.5 %, valore nettamente superiore a quello di gennaio e febbraio (3.1%-3.2%). Le speranze di un taglio dei tassi di interesse da parte della Federal Reserve sono state per il momento rimandate.  In Europa, la situazione è più semplice: crescita debole, consumi poco sostenuti e inflazione su livelli di poco sopra il 2% imporranno un taglio che arriverà quasi sicuramente a giugno. Sul fronte crescita si confermano dati solidi, come registrato dai consumi delle famiglie statunitensi; tuttavia, gli ultimi dati sul mercato del lavoro indicano un parziale rallentamento nella creazione di posti di lavoro che andrà attentamente monitorata.

Sul fonte geo-politico, il rischio di un’escalation delle tensioni in Medio Oriente è stato evidente nelle ultime settimane. Nonostante i recenti miglioramenti, la situazione rimane fragile e va monitorata attentamente, così come gli sviluppi legati alla guerra in Ucraina. Anche le imminenti elezioni presidenziali statunitensi stanno attirando una maggiore attenzione.