Nel mese di agosto i mercati globali hanno proseguito il loro percorso di crescita, seppur in un contesto caratterizzato da segnali contrastanti.
Negli Stati Uniti, gli indici hanno aggiornato nuovi massimi storici grazie alla solidità del comparto tecnologico, ai risultati positivi della stagione degli utili e alle aspettative di un allentamento monetario entro fine anno. In Europa, l’andamento è stato più eterogeneo: da un lato si è registrato un miglioramento dei dati macroeconomici, dall’altro hanno pesato le incertezze politiche. In Asia, invece, le Borse hanno messo a segno performance brillanti, sostenute da flussi di capitale e da stimoli governativi, pur in presenza di un settore manifatturiero ancora fragile. Parallelamente, l’oro ha consolidato la propria funzione di bene rifugio.
Negli Stati Uniti, l’S&P 500 ha guadagnato circa +1,9% nel mese, beneficiando della spinta tecnologica e del sentiment positivo sugli utili. Il Nasdaq Composite ha sovraperformato, toccando nuovi record grazie all’euforia per l’intelligenza artificiale e al calo dei rendimenti obbligazionari. Anche il Dow Jones Industrial Average ha raggiunto nuovi massimi, chiudendo il mese con un’accelerazione, pur evidenziando un andamento più selettivo. Nel complesso, Wall Street ha confermato resilienza e leadership, sostenuta dalle aspettative di una Fed più accomodante.
In Asia, i mercati hanno vissuto un mese particolarmente positivo. Il Nikkei 225 giapponese ha raggiunto nuovi massimi storici, favorito dalla forza dei titoli tecnologici e dall’indebolimento dello yen, che mantiene competitiva l’industria delle esportazioni. In Cina, il CSI 300 e lo Shanghai Composite hanno entrambi registrato rialzi vicini al +9%, trainati da robusti afflussi di capitale e da un miglioramento delle prospettive commerciali con gli Stati Uniti. Restano tuttavia criticità sul fronte macro: l’attività manifatturiera cinese ha segnato il quinto calo mensile consecutivo e in Corea del Sud il PMI ha registrato la settima contrazione di fila, evidenziando fragilità strutturali nell’industria.
In Europa, l’andamento è stato più incerto. Il DAX tedesco ha beneficiato del buon andamento dei settori difensivi e di utili societari solidi, chiudendo in rialzo. Il CAC 40 francese ha invece subito un calo nelle fasi di maggiore instabilità politica, riflettendo i dubbi sulla tenuta del governo. Il FTSE 100 britannico ha toccato nuovi massimi a metà mese, sostenuto dai titoli consumer e dagli esportatori favoriti dalla debolezza della sterlina; nelle ultime settimane ha però subito una brusca correzione, archiviando una delle performance settimanali peggiori degli ultimi mesi. Sul fronte macro, il PMI composito dell’Eurozona è salito a 51,1, massimo da oltre un anno, segnalando un ritorno alla crescita, seppur moderata.
L’oro ha chiuso agosto con un rialzo di circa +4,7%, attestandosi intorno ai 3.447 dollari l’oncia. Il metallo prezioso ha beneficiato delle aspettative di tagli ai tassi e della domanda di asset rifugio in un contesto di incertezza politica e commerciale. La combinazione di acquisti finanziari e domanda fisica ha ribadito il ruolo centrale dell’oro nei portafogli degli investitori.
In sintesi, agosto ha confermato un quadro costruttivo per i mercati globali: Stati Uniti e Asia hanno trainato la crescita, mentre l’Europa ha mostrato maggiore cautela, condizionata da fattori politici e dalle dinamiche della BCE. Restano tuttavia variabili cruciali da monitorare: la debolezza manifatturiera asiatica, le tensioni commerciali e geopolitiche e le incertezze sulle prossime mosse delle banche centrali