La sessione estiva si è rivelata estremamente volatile con un trend a 2 facce. Da un lato nel mese di luglio abbiamo assistito ad una forte inversione di tendenza, rispetto al pessimo andamento di giugno, con i mercati finanziari che hanno fatto segnare un ottimo recupero. Da inizio luglio fino a metà agosto i principali listini azionari hanno messo a segno rialzi mediamente superiori al 10% tra cui spicca un +18% del Nasdaq. Dalla metà di agosto gli investitori hanno dovuto affrontare la dura realtà e di conseguenza i listini azionari hanno ceduto quasi la metà dei rialzi. A far vacillare gli investitori, ancora una volta, il timore di nuove e significative misure restrittive da parte delle principali banche centrali. Il presidente della FED Powell, dopo il simposio di Jackson Hall, ha ribadito che la Banca Centrale Americana continuerà ad alzare i tassi d’interesse per riportare l’inflazione al target del 2% indipendentemente dagli effetti negativi che potrebbe causare sulla crescita economica. Stesso approccio in Europa, dove si attende un rialzo dei tassi della BCE durante la sua riunione di settembre. Nel vecchio continente l’incertezza sulle prospettive di crescita dell’economia rimane ancora più elevata a causa del protrarsi delle ostilità in Ucraina e della crisi energetica. Se da un lato la ripresa delle esportazioni di cereali dall’Ucraina attraverso il porto di Odessa ha alleggerito un po’ le pressioni sui prezzi dei prodotti alimentari a livello globale, dall’altro la Russia ha continuato a limitare le sue esportazioni di gas verso l’Europa, il che, insieme all’annuncio di un’interruzione non programmata della manutenzione del gasdotto Nord Stream 1, ha spinto i prezzi medi del gas nel corso del mese a nuovi massimi storici.

L’andamento dei principali indici globali in agosto è stato particolarmente deludente rispetto a quanto fatto registrare nel mese precedente. Negli Stati Uniti l’indice S&P 500 ha avuto un rialzo del 8% nel mese di luglio e una flessione del -4% nel mese di agosto. Stesso andamento per l’indice tecnologico Nasdaq con un +11.30% rispettivamente un -4.50%. Anche in Europa e Svizzera abbiamo assistito allo stesso andamento con Euro Stoxx 50 +7.50% rispettivamente -5.10% e SMI +3.50% e -2.40%. Per i mercati asiatici bene il Giappone +8% nel mese di luglio e +0.35% agosto. In difficoltà il mercato cinese (-6.22% e -2.60%) colpa delle persistenti difficoltà del settore immobiliare, ai continui lockdown dovuti dalla pandemia COVID 19 e alla politica di zero contagi e ad un fatto straordinario come la forte ondata di caldo e siccità. Questi fattori hanno portato a peggiori dati economici causando una debolezza della domanda interna.

In calo il prezzo del petrolio, da inizio luglio il WTI ha perso il 17.40% passando da USD 108.43 a USD 89.55 di fine agosto. In flessione anche l’andamento dell’oro -5.50% da USD 1’811 a USD 1’710 all’oncia. In continua ripresa il dollaro sia verso l’euro che verso un basket delle principali valute. La moneta unica è passata più volte sotto la parità, e si trova sotto del 12% dall’inizio dell’anno.

Fintanto che non ci sarà una flessione della pressione inflazionistica, con il conseguente termine della fase di politiche monetarie meno accomodanti, è probabile i mercati vivranno ancora periodi di alta volatilità.